Viaggio nella storia di Sciacca
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> Castello Vecchio o dei Perollo

Così detto per distinguerlo dal Castello Nuovo o dei Luna, che fu eretto dal Gran Conte Ruggero insieme con le prime mura che come una morsa chiudevano la città al tempo dei Normanni. Passò ai Perollo, secondo la tradizione locale, in seguito al matrimonio della contessa Giulietta, figlia del gran conte Ruggero, con Gilberto Perollo (sec. XII) e ai Perollo rimase fino alla sua quasi totale distruzione operata dai partigiani di Sigismondo Luna nel 1529, durante il famoso Caso di Sciacca. Situato nella parte orientale della città, all'incirca tra Porta S. Pietro, Porta Bagni e il Monastero di S. Caterina, comprendeva gli attuali cortili Chiodi, Rizza e Carini. Secondo il Savasta entro le mura del Castello erano "cinque grandiosi palagi con corti e sale e nobili quartieri abitati dai cinque rami principali della famiglia Perollo".

Il castello aveva tre entrate. La porta principale, detta del Cotogno, era vicina a Porta Bagni, un'altra detta di S. Pietro, era così detta perché vicina alla omonima chiesa del castello, detta S. Pietro in Castro, la terza era rivolta a oriente e si trovava fuori le mura della città. Delle tre entrate avanza oggi
solo quella che guarda a occidente, attraverso la quale si accede all'attuale Cortile Chiodi, in origine spazio interno dell'antica Rocca normanna. Il castello era munito di torri angolari, come può vedersi da un vecchio disegno di Ignazio Di Mino. La torre principale, detta di S. Nicolò, doveva essere non lontana dalla omonima chiesa. Si vuole, dice il Ciaccio, che il castello avesse avuto anche dei sotterranei, da cui potevasi nell'occorrenza evadere sia dal castello che dalla città... Dicesi che uno di quei sotterranei avesse avuto la bocca presso il monastero di Valverde. Dall'antica rocca ruggeriana ben poco oggi avanza e questo poco viene di giorno in giorno manomesso e compromesso dai privati cittadini che, infischiandosene del suo valore storico, ne vanno facendo scomparire ogni traccia. Fino a non molti anni or sono, dal cortile Carini o dalla parte superiore di via Valverde era ancora visibile la torre angolare di sud-est che poi è stata trasformata in casa privata. Oggi resta solo la porta ad arco che guarda ad occidente con il sovrastante stemma marmoreo dei Perollo

Tratto dal libro "Sciacca Terme - Guida Turistica di Salvatore Cantone"