Viaggio nella storia di Sciacca

Periodo Aragonese (1282-1409)

Durante la ventennale guerra contro gli angioini, Sciacca, con i comuni vicini, diede il suo contributo inviando arcieri e cavalieri per la formazione dell'esercito e galee con equipaggi saccensi per la formazione della flotta siciliana che partecipò alla liberazione dell'Aragona ebattè ripetutamente la flotta francese.
A Sciacca, infine, si conclude la guerra del Vespro, dopo 43 giorni di assedio della città, bravamente sostenuto dalla popolazione sotto la guida di Federico Incisa.
L'eroica resistenza opposta da Sciacca all'armata di Carlo di Valois, già fortemente decimata dallamoria, certamente ebbe una parte determinante nella richiesta di pace da parte di quest'ultimo, paceche, com' è a tutti noto, porta il nome di Caltabellotta perché fu firmata il 31 agosto 1302 nel suoterritoriodove era accampato l'esercito di re Federico Il d'Aragona. In sequito ad essa, a Napoli restano gli Angioini e in Sicilia gli Aragonesi.

In riconoscimento deiservigi resi allaCorona constanter fideliter ac devote durante la lunga guerra e specialmente per l'eroica difesa durante l'assedio del 1302, il Re, lo stesso giorno in cui veniva firmata la pace a Caltabellotta, (31-08-1302), concedeva ai cittadini diSciacca la immunità dai dazi doganali e dai dazidoganali e dai diritti spettanti allaregiaCuria sullemerci importate o esportate nel territorio dell'Isola.
Durante il periodo aragonese Sciacca vedecrescere col trapianto di numerose famiglie spagnole la sua popolazione e la sua prosperità economica.
Nel sec. XIV, come è attestato da vari documenti notarili, fiorente fu il commercio dei Fiorentini a Sciacca dove, fra l'altro, sono presenti agenti dei Peruzzi, famosi mercanti e banchieri di Firenze chenelporto di Sciacca caricavano frumentodestinatoaPisa, aGenova,a Tripoli, a Tunisi, mentre gliscambi commerciali con la repubblica genovese nel corso del '300 diminuiscono a causa dell'alleanza diquesta con re Carlo di Napoli voluta da papa Bonifacio VIII. (9-05-1301).

Dell' importanza raggiunta da Sciacca in questo tempo fa fede Ad Dimisqi, scrittore arabo morto nel 1327, che nella sua opera geografica SCELTA DELLE MERAVIGLIE DELLA TERRA E DEL MARE NEL CORSO DEI SECOLI (Nuhbat ad dár), pone la nostra città tra le più importanti dell' Isola.
Dieci anni dopo la pace di Caltabellotta, ripresa la guerra tra Napoli e la Sicilia, che durerà. sessant'anni (13-12-1373), Sciacca subì nel 1316 l'assedio degli Angioini, che alla fine furono costretti a toglierlo, nella primavera del 1325 un nuovo vano assedio che tuttavia arrecò gravi danni ai borghi che erano fuori le mura della città una rovinosa incursione nelle sue campagne, e nel 1325 un nuovo vano assedio che tuttavia arrecò gravi danni ai borghi che erano fuori le mura della città. Fu in seguito a questi eventi che re Federico II d'Aragona provvide (1335-36) ad ampliare lacerchiadelle mura di Sciacca in modo da includervi i borghi suburbani del Rabato, della Cadda e di Mezzo che fino ad allora erano stati esposti senza difesa alle incursioni dei nemici.
Da allora fino al secolo scorso l'antico nucleo della città, chiuso dalle mura ruggeriane, fu detto Terra Vecchia.

Durante la guerra civile scoppiata in Sicilia verso la metà del '300 tra latini e catalani, Sciacca con Palermo, Trapani, Marsala, Mazzara....,seguì la parte latina.
In questo tempo tra le famiglie più cospicue della città è quella dei Peralta. Guglielmo Peralta, conte di Caltabellotta, capitano a guerra di Sciacca, è uno dei più grossi e potenti feudatari dell'Isola. Il suo dominio, grazie anche al suo matrimonio con l' infanta Eleonora d'Aragona, si estende, grosso modo, da una parte fino a Caltanissetta e dall'altra fino ad Alcamo e Castellammare.
Quando, poi, morto il re Federico III (1377) e successa al trono di Sicilia la figlia quindicenne Maria sotto la tutela di Artale Alagona (successione contestata dal re d'Aragona), l' Isola, divisa in quattro parti, fu governata da quattro vicari, Sciacca fu la capitale della parte che ebbe assegnata come vicario Guglielmo Peralta.
Questi, che in un primo tempo era stato dalla parte di re Martino, si schieròpoi dalla partedei baroni ribelli quando il re, venuto in Sicilia con la moglie Maria, cominciò a farla da padrone.

Tratto dal libro "Sciacca Terme - Guida Turistica di Salvatore Cantone"